Avevo sentito la presentazione del libro dall’autrice al mom camp di settembre dello scorso anno. Mi aveva incuriosito ma non avendo avuto (per fortuna) problemi di depressione post parto e ancora lontana dall’idea di cercarne un altro (di parto) avevo lasciato stare e non l’avevo più acquistato.
Mi é capitata l’occasione di leggere il libro tramite uno scambio su Anobii e mi sono detta ma dai sì, leggiamolo.
Il libro é scritto in maniera simpatica e ironica cosa davvero difficile, visto il tema trattato. Sono certa che sarà di aiuto a chi dovesse sentirsi colpita da questa malattia. Faccio mio il consiglio dell’autrice: “mi raccomando parlatene e chiedete aiuto!” é una malattia, non una colpa e come tale và curata. Una volta guarite vi riapproprierete con gioia della vostra maternità. Fate “rete” con le altre mamme, ed é bello che l’autrice abbia trovato e dato conforto anche tramite il web.
di Deborah Papisca
La trama:
Cosa succede se una donna esageratamente indipendente, con «sane» inclinazioni ossessivo compulsive per l’ordine e la pianificazione rimane incinta? Oltretutto dopo che le è stata diagnosticata l’impossibilità di concepire un bambino? Non può che lanciarsi con entusiasmo in quella che il mondo intero definisce «la più grande esperienza della vita».
Per nove lunghi mesi, Deborah coltiva le più rosee aspettative, annota sogni e bisogni sulla sua stramba agenda in finto coccodrillo e cede al richiamo della temibile Sindrome del Mulino Bianco. Fino al momento fatidico, quello del ritorno a casa quando, dinnanzi alle strane sensazioni che prova, digita su Google le parole chiave «maternità + pianto incontrollato + avrei voluto non essere mai nata + non pensavo che la vita fosse così di merda», e scopre di soffrire di DPP, Depressione Post-Parto.
Incapace di provare sentimenti materni verso sua figlia, ma soprattutto terrorizzata all’idea di essere sbagliata, si ritroverà alle prese con un viscido serpentello (la proiezione mentale del suo malessere) che le spaccherà i neuroni 24 ore su 24 mostrandole un lato duro della maternità, fatto di angosce e paure. Fino al contrattacco.
Dopo impervi viaggi interiori, esercizi yoga spurganti, faticose conquiste dei ritmi quotidiani e benefiche sedute terapeutiche con le mamme on line, Deborah scoprirà nuove dimensioni e nuovi modi di vedere e vivere questa irripetibile dis(avventura), ma soprattutto capirà che nessuna madre è incapace, perché non c’è mestiere più difficile al mondo. Qualcuna pensa che fare la mamma NON sia una cosa meravigliosa? Fidatevi, lo può sempre diventare!
Il periodo post parto è davvero duro.
In sono sono andata così a fondo ma in alcuni momenti ti senti che stai per esplodere.
L’aiuto di mamma e sorella sono stati fondamentali e ho potuto godere del bello di essere mamma.
Farsi aiutare è molto importante.
Sono d’accordo con te chiedere aiuto é fondamentale, io sono stata meglio quando ho portato First a scuola trattare con un figlio alla volta é meglio che stare con due piccolini con 1 anno e mezzo di differenza, purtroppo la mia famiglia viveva in Olanda e non poteva aiutarmi, Superdaddy poi é meccanico e lavora 11 ore al giorno.