Il bullismo come riconoscerlo e combatterlo

Avevamo già affrontato il tema del bullismo in chiave personale, ma come giustamente mi ha fatto notare un lettore, non ho approfondito bene l’argomento per chiarire meglio le idee a chi mi legge. Quindi da brava scolaretta ho deciso di riprendere in mano libri e di fare ricerche più approfondite in merito all’argomento, cercando di riassumere in maniera più sintetica le parti più salienti e importanti di questo argomento.

 

Il bullismo, è rappresentato da quelle azioni di prepotenza dei più “forti” verso i più deboli e per azioni non si tratta solo ed esclusivamente di violenza fisica, ma anche di violenza psicologica, che oserei dire é anche la peggiore, un po’ perché si fa fatica a riconoscerla e circoscriverla, un po’ perché lascia segni più profondi verso chi la subisce.

Il bullismo per essere considerato tale deve essere: intenzionale, deve persistere nel tempo, quindi non si può parlare di bullismo per le cattiverie ricevute 2 o 3 volte da parte di una persona maleducata, e cosa importantissima, deve essere fatta da una persona che risulta forte agli occhi degli altri, verso chi invece è docile e ha atteggiamenti da vittima.

Esistono diverse forme di bullismo:

bullismo fisico caratterizzato da vera e propria violenza fisica.

bullismo verbale: caratterizzato da ripetute offese e minacce.

bullismo psicologico: caratterizzato dall’esclusione della vittima dal gruppo dei pari facendo girare false voci sul suo conto;

bullismo virtuale: tramite invio di messaggi molesti con sms o in chat o attraverso l’invio di foto e /o filmati ad altri per diffamarlo, minacciarlo o dargli fastidio.

Normalmente i bulli, essendo visti come individui carismatici e forti hanno dei complici, senza di questi non riuscirebbero mai a trovare soddisfazione in quello che fanno e soprattutto vengono sostenuti da coloro che stanno al gioco rafforzando questa forma di cattiveria nei confronti della vittima.

La quale difficilmente riuscirà a trovare un difensore pronto ad aiutarlo, ed è qui che la solitudine diventa pesante per lui, quella sensazione di non riuscire mai a vedere la luce in fondo al tunnel, quel buio che lo fa sentire solo ma soprattutto inadeguato, nella società di cui dovrebbe fare parte.

La domanda che mi sorge spontanea è questa: “ma noi genitori come facciamo ad accorgerci che i nostri figli sono vittime di bullismo?”

Con Erika me ne sono accorta perché non voleva più andare a scuola, inizialmente la cosa era sporadica, poi iniziava a farmi chiamare perché aveva sempre mal di pancia, alla fine arrivò il momento che non riuscivo più a farla andare, anche se cercavo in tutti i modi (pure con la forza) di metterla in macchina lei si gettava per terra e si aggrappava a qualcosa.

A questo punto ho capito che c’era qualcosa che non andava e finalmente è venuto fuori quello che succedeva. Abbiamo cercato di risolvere la cosa insieme agli insegnanti, che non si erano minimamente accorti di questa cosa.

La seconda volta che successe Erika arrivo a casa piangendo, perché come esposto più sotto l’avevo preparata a queste eventualità, e sono stata felice che lei si fosse fidata di me, quindi la cosa è stata stroncata sul nascere. I segni comunque possono essere molteplici alcuni più evidenti come, lividi o vestiti strappati o ancora il materiale scolastico rovinato, altre volte meno come il fatto che spesso dice di aver perso i propri oggetti (mia figlia perdeva i libri :O|), che diventa triste e non ha più voglia di fare ciò che prima gli piaceva, ma soprattutto non ha amici.

Essendo stata più volte “vittima”, quando ero ragazzina, sono riuscita spesso  a capire quando c’era qualcosa che non andava, un giorno mia figlia Valentina arrivò a casa e si chiuse in bagno continuava a lavarsi e si sentiva sporca, poi ho scoperto che sul pullman era stata derisa, sputata e calpestata 🙁 . Per me scoprire queste cose è stato un vero choc.

Come possiamo aiutare i nostri figli a difendersi?

Beh credo che non sia banale dire che il dialogo e la comunicazione sonno alla base di tutto, premesso che abbiamo già capito se vi siano o no atti di bullismo nei confronti dei nostri figli, la cosa migliore da fare è prima di tutto spiegare loro cosa è il bullismo e come si manifesta. Dopodiché spiegare loro come comportarsi per potersi difendere da tutto ciò, impostando un piano d’azione o di “emergenza”:

  • Parlare con un amico o con i genitori fa sì che queste angherie siano smorzate sul nascere, perché il bullo capisce che non troverà terreno fertile per i suoi propositi.
  • Spiegargli che la cosa migliore è ignorare le provocazioni del bullo e nel caso in cui questi vuole obbligarti a fare ciò che non vuoi, rispondere NO in modo deciso, inoltre senza reazione si stancherà ben presto.
  • Fargli capire che non deve aver paura di essere giudicato dagli altri, se ha paura o se non reagisce.
  • Dirgli che se vuole le sue cose, deve accontentarlo per evitare litigi ma che appena arriva a casa deve raccontare tutto ai genitori e agli insegnanti.
  • Non isolarsi è una regola importantissima, perché il bullo cerca di colpire soprattutto quando la vittima è da sola.
  • Altra cosa importantissima spiegare loro che se la vittima di bullismo è un amico è importante parlarne con un insegnante o un genitore, in questo modo aiuterà il suo amico a uscire da questo circolo vizioso.

Insomma parlate con i vostri figli, fategli capire che cosa è il bullismo e come ci si deve comportare e la scuola dovrebbe fare lo stesso organizzando veri e propri incontri educativi sul tema, per far conoscere e responsabilizzare tutta la comunità di studenti. Il Ministero della Pubblica Istruzione ha istituito il numero verde 800669696 nell’ambito della campagna “Smonta il bullo”, se doveste aver bisogno, potete rivolgervi a loro.

Se vostro figlio è vittima di bullismo, probabilmente ciò è dovuto al fatto che lui è molto insicuro e non si sente all’altezza della situazione, fategli capire invece che è molto amato e che ha tantissime qualità, fatelo spesso, così che lui possa in qualche modo affrontare con più coraggio e sicurezza questa situazione, fatelo sentire all’altezza della situazione, se non c’è una vittima non può esserci un bullo.

Credo sia importante anche capire se nostro figlio sia un bullo più che vittima, e cercare di aiutarlo anche tramite psicoterapia, perché un bullo oggi potrebbe avere grossi problemi un domani.

6 commenti su “Il bullismo come riconoscerlo e combatterlo”

  1. Innanzitutto grazie per questo post: l’ho trovato molto utile e ho ritrovato in esso molte situazioni a me familiari come genitore.
    Per mia esperienza posso dire che i bulli sono figli di genitori poco obiettivi e disposti sempre a non riconoscere la colpa dei figli e semmai a difenderli anche davanti agli insegnanti che quindi, agli occhi degli alunni, perdono la loro autorevolezza.
    Purtroppo è stato tolto agli insegnanti il loro compito di educatori e come alzano la voce un pochino subito vengono denunciati.
    Nella classe di mio figlio (quinta elementare, ma parlo di episodi accaduti anche negli anni precedenti) ci sono 3 o 4 elementi che andrebbero davvero ripresi, anche per il loro bene: sono sicura che avranno grossi problemi nel loro futuro scolastico. Ma quello che più mi preme è ovviamente il benessere di mio figlio e, quando più volte, insieme ad altri genitori siamo andati a manifestare le nostre rimostranze abbiamo trovati degli insegnanti con le mani legate.

    Rispondi
    • credo che ci sono molti genitori che debbano farsi un esame di coscienza 🙁 purtroppo quando mi sento dire che sono troppo sensibile e buona e troppo insicura non hanno capito che il voler essere so tutto io è sbagliato 🙁 siamo noi genitori che mettiamo le basi a certe situazioni e preferisco che i miei figli imparino ad essere diplomatici ed empatici nei confronti degli altri, spero che riuscirete a trovare la giusta soluzione un abbraccio forte

      Rispondi
  2. Il tema è spinossissimo, perché se è vero che alla lunga il bullo avrà grossi problemi, nell’immediato è la vittima a soffrire, e anche molto. Federico è ancora piccolo e per il momento siamo stati fortunati. Però la paura è grande, soprattutto per i 5 anni di scuola elementare. Posso capire che gli insegnanti temano di prendere posizione, ma il dialogo tra genitori dovrebbe essere imprescindibile.

    Rispondi
  3. Ciao Ale,
    ecco un piccolo contributo da parte mia su questo tema scottante,un piccolo approfondimento su un argomento che hai trattato con grande sensibilità.

    Il profilo del bullo

    Si tratta di bambini o ragazzini che si mostrano aggressivi verso i coetanei, verso gli insegnanti ed anche i genitori. Sono impulsivi, scarsamente empatici, incapaci di stabilire relazioni positive, elevato livello di autostima. Non tentano di mascherare la debolezza con l’aggressività. Hanno bassa tolleranza alla frustrazione e difficoltà nel rispettare le regole. Dan Olweus ha elaborato degli indicatori del possibile bullo e della probabile vittima.

    Indicatori del possibile bullo

    ■prende in giro ripetutamente;
    ■rimprovera, intimidisce, minaccia, beffeggia;
    ■ha un forte bisogno di dominare;
    ■mette in ridicolo;
    ■prende a pugni, a calci, strattona;
    ■danneggia le cose che appartengono ad altri;
    ■si inquieta facilmente ed è poco tollerante;
    ■è oppositivo, insolente, aggressivo;
    ■prende parte ad altri comportamenti antisociali.
    Il profilo della vittima

    Le vittime prescelte sono indifferentemente maschi o femmine, spesso cauti, riservati, timorosi e sensibili. Se molestati tendono a non reagire, hanno scarsa autostima e un’immagine negativa di sè. A scuola vivono una condizione di solitudine e abbandono. Il ripetuto attacco dei coetanei aumenta inevitabilmente l’ansia, l’insicurezza e abbassa l’autostima. Gli studenti vittimizzati sono fisicamente più deboli, hanno paura di farsi male o essere feriti, risultano incapaci nelle attività sportive ed hanno scarso coordinamento corporeo. La vittima ha difficoltà ad affermarsi nel gruppo dei coetanei, tende a rapportarsi meglio con gli adulti, tuttavia non racconta i soprusi che subisce, nè ai genitori, nè agli insegnanti. I compagni di scuola difficilmente stringono amicizia con lui, o per paura di essere etichettati come già lo è lui, o per disprezzo. Questo atteggiamento collettivo tende, in genere, a sfociare nel totale isolamento. Una volta diventato bersaglio di molestie, il ragazzino eletto a vittima, verrà infastidito anche dagli altri compagni, perchè ritenuto facile bersaglio, e il bullo non proverà sensi di colpa nei suoi riguardi.

    Si sviluppa così un processo di deumanizzazione che fa del vittimizzato un individuo che merita di essere picchiato e sottomesso.

    Le numerose ricerche hanno portato a sfatare la credenza che vedeva la monocausalità del bullismo nei contesti abitativi poveri e degradati. Ci sono, infatti, studenti aggressivi e non aggressivi, in proporzioni simili in tutte le classi sociali. I fattori che giocano un ruolo preponderante in tale fenomeno sono molteplici. Possiamo indicarne di seguito alcuni:

    ■Dinamiche psicologiche: Bulli e vittime presentano modi specifici di interpretare e ricostruire mentalmente e narrativamente le interazioni sociali (nei bulli, difficoltà ad identificare le emozioni altrui e ad interpretare i segnali sociali; nella vittima, un deficit specifico circa il riconoscimento della rabbia e opera una “lettura soggettiva” dell’evento stressante, assumendo su di sè la colpa di quanto accaduto);
    ■La Famiglia: L’atmosfera familiare ed in particolare gli stili educativi messi in atto dai genitori hanno un loro peso nella crescita di un individuoe nella costruzione della sua identità (Ad es: le vittime hanno relazioni più solide e rapporti più positivi con i propri genitori, in particolare con la madre);
    ■Il gruppo dei pari: rappresenta la sfera sociale del ragazzo, è il suo “mondo”. E’ importante sapersi relazionare con esso, poichè diventa l’immagine pubblica di sè, è il luogo dove ci si sperimenta, luogo di confronto e di costruzione della propria identità. (Nell’ambito del bullismo si innescano nel gruppo dinamiche si esclusione e di appartenenza al gruppo, a differenza del gioconon vi è alternanza di chi possiede il potere);
    ■La Scuola: Luogo dell’istruzione, scandito da precise regole e orari. All’interno di essa si costruiscono svariati rapporti interpersonali e si viene costantemente valutati, non solo dagli insegnanti ma anche dal gruppo dei coetanei. Il personale scolastico ha il compito di educare gli studenti, osservarne i comportamenti, accogliere le richieste di aiuto ed intervenire qualora sospetti la presenza del fenomeno.
    ■La televisione ed i videogiochi (ruolo preso in esame da numerose ricerchenegli ultimi 30 anni, tuttavia nessuna di esse è riuscita a dimostrare se realmente vi sia un legame diretto fra la visione dela violenza e l’aumento del comportamento aggressivo agito da chi ne fruisce).
    P.S. come vedi sono ancora nei paraggi,ciaoooooooo

    Rispondi

Lascia un commento

11 − 5 =

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.