Azzurra Rinaldi
Come chiedere l’aumento
Strategie e pratiche per darti il giusto valore.
Dopo aver scritto il libro: le donne non parlano di soldi l’economista femminista ci riprova insegnandoci ad imparare a chiedere l’aumento.
Usare il femminile sovraesteso nel libro è quindi una precisa scelta politica, per abituare le lettrici (maschi compresi) a un punto di vista diverso.
Le donne non contrattano. E raramente parlano di denaro. È un fenomeno mondiale.
Tendiamo a non chiedere: I soldi, il potere, ma anche il desiderio. Cioè, tutto quello che può farci sentire protagoniste delle nostre vite.
Perché, perfino nelle nostre vite, siamo abituate a essere solo delle comparse e a cercare di non dare troppo fastidio, di non fare troppo rumore. Veniamo cresciute così. Nella maggior parte dei casi ci insegnano a stare buone e brave.
i costi delle strutture per l’infanzia sono ancora troppo elevati. Questo è un problema, tanto è vero che viene identificato come un fattore prioritario nella scelta di lasciare il lavoro per il 52% delle madri intervistate.
Quindi, ecco come la maternità impatta sulle donne: quelle che non lavoravano smettono anche solo di pensarci, a un lavoro;
quelle che erano lanciate in un percorso di carriera si arrestano; e molte, anche se prima della maternità lavoravano serenamente e avevano la loro routine quotidiana, piegate non solo dalle aspettative sociali ma anche dalla concreta assenza di servizi a sostegno delle famiglie, si licenziano.
Tutto ciò ha effetti di lungo termine. Le lavoratrici che si dimettono a seguito della maternità – come del resto quelle che prendono il part-time – spesso hanno il desiderio e la convinzione di poter tornare a un impiego a tempo pieno una volta superata la fase più acuta dell’accudimento.
Ma la verità è che il nostro è un mercato del lavoro rigido, che difficilmente consente loro di rientrare.
Azzurra Rinaldi – Come chiedere l’aumento, la trama:
Dopo aver spiegato in “Le signore non parlano di soldi” come anche in ambito economico le discriminazioni di genere non convengano a nessuno,
Azzurra Rinaldi affronta un altro tema urgente: negoziare il proprio compenso.
Cercando di smontare i pregiudizi alla base delle disparità occupazionali e di salario tra maschi e femmine, tratteggia una situazione economica squilibrata, mai a favore delle lavoratrici.
Per non parlare di lavoratrici con uno o più figli. Se, infatti, quando il maschio diventa padre, il mercato del lavoro sembra premiarlo (straordinari, bonus, promozioni), la situazione per chi è donna al contrario non migliora, anzi.
Come possono, allora, le donne avviare una conversazione sui soldi e chiedere il giusto compenso, quando il loro potere contrattuale è così ridotto?
Attraverso dati, esempi, tecniche e strategie, Rinaldi offre strumenti concreti per «mettere a tacere la vocina che ci fa sempre sentire inadeguate» e scardinare lo schema che relega le donne alla passività.
Ma questo libro è anche per gli uomini, perché per ribaltare la narrazione condivisa sul denaro, per fare cultura davvero, è necessario agire insieme.