Ho iniziato questo libro leggendo la storia di Carlo … ma mica l’avevo capito che poi c’era anche la parte di Alice!?! E’ vero che aveva questa copertina “strana” a due facce ma non ci avevo badato più di tanto. Finisco la storia di Carlo e … ops! Sono ancora a metà libro :-O
Me lo rigiro in mano e ricomincio daccapo, è la stessa storia ma quanto può cambiare se vista da un’altra prospettiva, e questo ci fà capire che è proprio vero che la verità non stà mai da una sola parte dipende sempre da come la vedi e come la vivi. Un romanzo adolescenziale, sarà che mi avvicino alla maturità ma io questi libri li leggo con il senno di poi, mi spiego, non m’immedesimo nel protagonista ma nella mamma! Povere noi alle prese con i figli adolescenti, mi viene già il magone.
Il libro:
“Carlo e Alice sono compagni di scuola: stessa classe, stessi professori e, a volte, lo stesso banco. Nei cinque anni che hanno passato assieme hanno condiviso una silenziosa amicizia, fatta di sguardi e sorrisi. Carlo è “naturalmente” imbranato, senza modelli da incarnare, senza maschere. Alice si sente diversa, non omologata, è uno spirito critico e, al contempo, una sognatrice. Entrambi si consumano pensando all’amore ma hanno un cuore ancora poco addestrato e – come vuole l’adolescenza – “sbagliano”. Lei con Giorgio, misterioso e intrigante. Lui con Ludovica, la classica ragazza “bella e facile”. Non solo. Altri eventi – familiari e scolastici – congiurano perché entrambi passino un periodo di crisi e smarrimento. Per ritrovarsi e imparare ad amarsi Carlo e Alice dovranno attraversare la porta stretta di una nuova, difficile maturità. Insieme.
Ma le stelle quante sono è un romanzo senza peli sulla lingua, schietto, diretto, una freccia che va dritta al bersaglio. È quasi una partita di ping-pong sentimentale. Di sicura immedesimazione. Racconta sentimenti senza cadere mai nella trappola della banalità e dietro ai due protagonisti lascia emergere un mondo (e una generazione) assolutamente credibile con tanto di sms, bottiglie di acqua minerale appresso, professori schierati politicamente, voglia di essere ascoltati e impennate di sguardi autonomi sulla vita, sugli adulti, sull’ingiustizia.
Last but not least, il libro a due facce (da una parte il racconto di Alice, dall’altra quello di Carlo) è tutt’altro che un artificio: quando la storia ricomincia dall’altra parte è davvero un’altra storia.”