Smart working: la seconda stagione

lo smart working è tuttora al centro di un cambiamento strutturale nel mondo del lavoro, a partire dalle nuove generazioni.

Un’esigenza che resta alla base di tutte le forme di flessibilità lavorativa e cioè la possibilità di conciliare tempi, spazi, bisogni individuali a cavallo tra vita personale e professionale.

Smart working in Italia: a che punto siamo? Analisi del contesto.

Tre milioni e seicentocinquatamila: è questo il numero di smart worker che si ipotizza lavoreranno in modalità agile in Italia nel 2024.

Il lavoro agile è il lavoro può svolgersi in un luogo diverso dall’abituale sede lavorativa per due terzi delle giornate lavorative su base trimestrale. Nel tempo, altre città hanno lanciato la Giornata del Lavoro Agile.

Sono le grandi imprese italiane a occupare il maggior numero di lavoratori da remoto.

Sono ormai certificati anche i risultati e i vantaggi in termini di riduzione del traffico, impatto ambientale e di marketing territoriale.

I benefici che l’adozione dello smart working apporta in termini di miglioramento sono: dell’engagement, riduzione del tasso di assenteismo, minore turnover, maggiore capacità di attrazione e retention di talenti, aumento del senso di appartenenza e della soddisfazione lavorativa, derivante da un maggior senso di benessere e di work-life integration.

Resta importante chiedersi se lo stiamo facendo nel modo più appropriato, che crei vantaggi al business e contribuisca ad aumentare la soddisfazione personale e professionale di chi lavora nelle organizzazioni che adottano forme di effettiva flessibilità lavorativa.

Iniziamo chiarendo che cosa non è smart working: • non è un nuovo modo di indicare il telelavoro;

• non si tratta di una forma di welfare aziendale;

• non significa lavorare da casa una volta a settimana o tutti i giorni.

 

Il lavoro agile (o smart working) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività.

Per “near working” si intende la possibilità di svolgere l’attività lavorativa in un luogo il più vicino possibile alla propria abitazione. Può trattarsi di una possibilità fornita dalla propria azienda che consenta di lavorare nella filiale o nella sede più vicina alla propria residenza.

Smart working: la seconda stagione, la trama:

Cambiare lavoro, capo, azienda, modelli organizzativi, metodi, città, abitudini. Cambiare, per vivere meglio.

Ci pensiamo continuamente, ma che cosa facciamo davvero per noi, per influire sul contesto, magari per cambiare il mondo, o almeno quello del lavoro?

Questo libro è pensato per coloro che vogliono sperimentare nuovi modi per lavorare, evolvere e vivere diversamente la propria quotidianità; è dedicato a chi sa già di non poter aspettare che il cambiamento arrivi per magia dalle aziende, dalle leggi, dai nuovi scenari.

Nella strada che conduce alla ricerca di un nuovo equilibrio, questo libro si fa guidare dalle domande – quelle da porsi e da porre per disegnare un nuovo futuro e diffondere nuovi modelli organizzativi – e dalle suggestioni.

5 Suggestioni per smart worker, per capire che peso dare al networking, alla leadership e al feedback nel lavoro remoto o come sviluppare il personal branding e l’anti-fragilità in un contesto di smart working.

5 Suggestioni per aziende smart, per valutare gli stili manageriali da adottare, come gestire le diverse generazioni, quali soluzioni preferire per creare ambienti di lavoro smart, ridisegnare l’engagement e garantire un sano equilibrio tra connessione digitale, senso di appartenenza e inclusione.

5 Punti di vista esterni, per approfondire stimoli e suggerimenti di professionisti esperti in diverse aree di lavoro flessibile, per cogliere opportunità e sfide che questa modalità di lavoro può offrire.

“Smart working” – espressione arcinota e per questo forse anche un po’ abusata – non significa semplicemente lavorare da casa, ma scegliere nuovi comportamenti, sviluppare nuove competenze, dimostrare che un altro modo di lavorare è possibile. Perché il tempo del lavoro nuovo è già arrivato!

Lascia un commento

19 − 12 =

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.