Riposare è resistere: Un manifesto
Riposare è una pratica come forma di resistenza derivava dalla mia esperienza quotidiana, ovvero essere inserita nel ritmo meccanizzato della nostra cultura e dover sopravvivere al trauma della paura della povertà, dello sfinimento, della supremazia bianca e del capitalismo.
Ho cominciato a schiacciare pisolini in ogni angolo del campus, se mi trovavo alla scuola di teologia, e quando stavo a casa. Ero convinta di dover riposare perché ero prostrata sia sul piano fisico che spirituale, e non vedevo altro modo per farlo.
Siamo in deficit di sonno perché il sistema ci considera delle macchine, ma i nostri corpi non sono macchine. Sono un luogo di liberazione.
Riposate è resistere” è il nostro slogan e mantra. La nostra vocazione. Il riposo è una forma di resistenza perché ostacola e respinge il capitalismo e la supremazia bianca.
Il capitalistico che prospera grazie al fatto di anteporre i profitti alle persone. Il movimento “Rest Is Resistance” è una forma di connessione e un percorso che ci riconduce alla nostra vera natura.
Il capitalismo non mi avrà. La supremazia bianca non mi avrà. Unitevi a me per rivendicare il nostro Spazio Onirico. È giunto il momento di riposare.
Spero che oggi vi riposiate. Spero siate ben consapevoli che l’estrema stanchezza non è una normale condizione esistenziale.
In quanto esseri umani. Vi meritate un po’ di attenzioni.
La nostra storia comune è fatta di estrema disconnessione e negazione. Ignoriamo la necessità che i nostri corpi hanno di riposare e, così facendo, perdiamo il contatto con lo Spirito. Nel corpo abbiamo il nostro tempio. È l’unica cosa che possediamo.
Schiacciare un pisolino offre una porta d’accesso all’immaginazione, alla creatività e alla guarigione.
Essere colonizzati significa accettare e bersi la bugia secondo cui il nostro valore sarebbe legato a quanto riusciamo a concludere. Continuate a ripetervi: Io sono già abbastanza.
La stereotipizzazione comincia già da piccoli.
Alle elementari, gli alunni vengono educati a diventare lavoratori capaci di eseguire gli ordini, memorizzare dati ed essere sempre puntuali, a qualunque costo.
Fantasia e senso critico vengono rimpiazzati da insegnamenti fatti con lo stampino e da una serie di prove standardizzate.
La grind culture siamo noi. Sono i nostri comportamenti quotidiani, le nostre aspettative e le interazioni che abbiamo con gli altri e con il mondo che ci circonda.
Siamo stati condizionati sul piano sociale, manipolati e indottrinati sotto ogni aspetto per farci credere alle sue bugie.
Perché il sistema capitalistico prosperi è necessario che permanga la fiducia che riponiamo erroneamente nella produttività e nel duro lavoro.
Riposare è resistere: Un manifesto, la trama:
Questo libro è un grido di protesta. È un manifesto rivoluzionario e sovversivo, ma anche una nenia sussurrata all’orecchio di chi è stanco, un mantra che ripete incessantemente parole che spesso dimentichiamo: noi meritiamo di riposare, perché il riposo è sacro.
Ingabbiati come siamo dentro il meccanismo della grind culture, che ci vuole sempre attivi e disponibili in qualsiasi momento, abbiamo dimenticato che il riposo è un nostro diritto e un nutrimento per l’anima, e non solo il tempo che togliamo alla produzione.
Questo di Tricia Hersey è un invito che suona potente e liberatorio. Fondatrice e vescova del Nap Ministry, le sue parole piene di umanità e di spiritualità ci insegnano come non farci distruggere dal sistema.
Come recuperare ciò che è nostro, in una rivoluzione che non esclude nessuno ma che include ogni aspetto della società in cui viviamo, dalle comunità all’attivismo, dalla lotta al capitalismo alla società razzializzata, per fare in modo di connetterci di nuovo alla nostra natura più vera, riposando insieme, sottraendo tempo al lavoro, imparando dal passato.
All’opposto di ciò che avviene, torniamo a vivere lentamente.