La donna è colei che deve fare, fare in virtù di. Ma ciò che la donna vuole essere, fiera nella sua complessità, non le è concesso.
Stralci presi dalla newsletter femminista The Period (A cui sono iscritta) di Corinna De Cesare.
Vorrei che il mio corpo non fosse costantemente sessualizzato perché scelgo una gonna anziché i pantaloni di una tuta, o mortificato se scelgo i pantaloni di una tuta al posto della gonna.
Perché il discorso è sempre quello: perché il mio esprimermi deve appagare il gusto dei maschi, ricevere il loro benestare, accontentarli?
La trama:
Nei mezzi di comunicazione dominanti prevale il male gaze, ovvero il punto di vista maschile chiamato a raccontare, interpretare, giudicare una società che è invece costituita da una pluralità di individui.
Ma cosa accadrebbe se accogliessimo una moltitudine di sguardi? Se ci fossero più donne, gay, queer, persone transgender e non binarie tra giornalisti, conduttori, commentatori ed editorialisti?
Cosa succederebbe se smettessimo di pensare che le vite degli uomini rappresentano il percorso di tutto il genere umano?
È quanto ha provato a fare la newsletter thePeriod nell’arco di tre anni con articoli, saggi e pezzi che compongono un originale e unico mosaico di voci e che sono stati selezionati e raccolti in Biglietti alle amiche, e ricomposti in un viaggio che parte dai corpi – con “Copriti che poi pensano male” di Carlotta Vagnoli e “Specchio, servo delle mie brame” di Ilaria Gaspari -, che passa dalla sorellanza – con “Noi, piccole Fleabag” di Anna Zinola e “Cosa non fare se conosci una persona trans” di Eytan Ulisse Ballerini -, dai sentimenti – con “Il benedetto flirt” di Stella Pulpo e “Non è divertente” di Isabella Borrelli – e arriva all’emancipazione – con “Le femministe che odiavano Melissa P.” di Melissa Panarello e “Vediamo se mi convinci” di Lorenzo Gasparrini.
Ritroviamo qui una pluralità di sguardi che allargano l’orizzonte. Frammenti di storie per riconoscersi, ritrovarsi; per parlare di sesso, lavoro, ambizioni, mestruazioni. Per occupare lo spazio finalmente da un altro punto di vista, che potrebbe essere anche il tuo.