Femminucce Donne che cambiano le regole, di Federica Fabrizio.
Ci insegnano che bisogna eccellere per essere ricordate dev’essere il nostro obiettivo principale, poi ci dicono che in realtà non c’è posto per tutte. Una sola, al massimo un paio. In sostanza, per arrivare in cima dobbiamo gareggiare con le altre.
il femminismo è un percorso in continua evoluzione, per cui non è tanto importante il momento in cui lo si imbocca, quanto la volontà di camminare su un sentiero scomodo potenzialmente per tutta la vita.
Noi siamo nuove generazioni di femminucce, pronte a darsi da fare affinché la corsa continui. Che se corriamo un po’ a turno, ci stanchiamo meno, fino a quando insieme non vedremo il traguardo all’orizzonte. Fino ad allora, sorelle, continuiamo a correre.
Alle giovani donne viene da subito insegnato a essere carine, accondiscendenti, obbedienti, con il solo scopo di potersi garantire la protezione maschile.
Femminucce, la trama:
Non fare la femminuccia. ( Mio padre me lo diceva sempre).
Quante volte abbiamo sentito dire questa frase? Non solo nella quotidianità, ma anche in film, serie tv, fumetti, canzoni… insomma, ovunque.
Non fare la femminuccia, parafrasato: non fare il debole, non essere timido, tira fuori il coraggio, fai l’uomo!
Invito sempre declinato al maschile, perché è solo ai maschi che viene rivolto. O meglio, imposto. E chi femminuccia già lo è?
Be’, di certo non ha molte possibilità di rivalsa su uno stereotipo così consolidato. Come scrive Federica Fabrizio nell’introduzione, “la convinzione che la debolezza sia associata alle donne si regge sulla nostra sistematica esclusione dai libri di storia, dalla politica, dalle classifiche musicali, dalla ricerca”.
Attraverso questo libro le femminucce smettono di rappresentare lo standard sociale di debolezza assoluta: da oggi lottano, si impadroniscono di tutti gli spazi, urlano, cantano, resistono, ballano.
In questo percorso incontreremo donne vissute in epoche differenti, alcune molto lontane da noi e tra loro, altre decisamente più vicine, ma tutte incasellate in spazi troppo piccoli, tutte unite dall’urgenza di dire qualcosa.
Perché c’è un filo sottile che unisce Berta Cáceres, attivista per i diritti delle popolazioni autoctone dell’Honduras brutalmente assassinata nel 2016, e Luisa Spagnoli, illuminata imprenditrice del primo Novecento.
È lo stesso filo che lega la scienziata Rosalind Franklin a Raffaella Carrà e a tante altre: la determinazione a combattere con la certezza che non si lotta solo per le proprie battaglie personali ma per i diritti di tutte le persone.
Federica Fabrizio, conosciuta sui social come @Federippi, è nata a Matera nel 1996. Romana d’adozione, la sua missione è sensibilizzare, attraverso gli spazi digitali e non, le nuove generazioni alla parità di genere e alla lotta alle discriminazioni.