E se poi mi scoprono? Noi donne e la sindrome dell’impostore

E se poi mi scoprono? Noi donne e la sindrome dell’impostore.

“Ho come l’impressione che la risposta al «come stai?»

di questo millennio sia: «ho paura»”.

In generale, una persona attribuisce il proprio successo (un buon voto, una realizzazione nel campo professionale o in qualsiasi altro dominio) a una causa interna (ho raggiunto il risultato perché avevo le competenze necessarie) e duratura, sulla quale può esercitare un certo controllo (come organizzarsi di conseguenza). Quanti nutrono, invece, una sensazione di impostura riconducono il proprio successo solo a cause esterne (quindi instabili e sulle quali non è possibile alcun controllo): la fortuna, la gentilezza degli altri i loro errori di giudizio. Mai ai propri meriti. La definizione è datata 1978. E sicuramente deriva dalla mancanza di fiducia in se stessi.

Possiamo caratterizzare con estrema semplicità una persona che ha fiducia in se stessa in base a due criteri: si sente in grado di raggiungere l’obiettivo che si è prefissata; crede sinceramente nelle proprie capacità e talenti.

E se poi mi scoprono? Noi donne e la sindrome dell’impostore, la trama:

La guida pratica che spiega cos’è e come si combatte la cronica mancanza di autostima di cui soffre un numero sorprendentemente alto di donne. 

Cos’è la sindrome dell’impostore?

È la sensazione di non essere mai bravi abbastanza e di non meritare i risultati ottenuti nella vita, di aver avuto successo per caso, o per fortuna, o peggio per un errore altrui.

E di conseguenza si vive nel terrore di venire prima o poi smascherati. Si tratta di una trappola mentale, una vera e propria sindrome psicologica che, identificata negli anni Settanta dalle due studiose americane, Pauline Rose Clance e Suzanne Imes.

Oggi rappresenta una vera epidemia e colpisce soprattutto le donne: la mancanza di fiducia in se stesse sarebbe all’origine del minore successo economico delle donne sul lavoro, ma non limita il proprio raggio d’azione alla sola sfera lavorativa, è un virus che contagia ogni ambito dell’esistenza, dal sesso, alle relazioni personali, alla qualità della vita, traducendosi in continui atti di autosabotaggio. Perché accade? Come si può uscirne?

Elisabeth Cadoche e Anne de Montarlot, rispettivamente una giornalista e una psicoterapeuta, combinano informazioni e ricerche scientifiche, storie personali e interviste, per capire da dove viene questa mancanza di fiducia, come si manifesta, si trasmette, si vive e si supera. Perché la sindrome dell’impostore si può vincere, e in alcuni casi può persino trasformarsi in uno stimolo positivo. L’importante è saperla riconoscere.

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