Quando arriva l’ora di andare a dormire, spesso per tanti genitori con bambini piccoli comincia la vera sfida. Capricci, pianti, disperazione e notti in bianco, fino a quando il bimbo non fa capire chiaramente che non intende andare a dormire da solo. Si tratta di una situazione molto più frequente di quanto si possa pensare, e affrontarla nel modo giusto è importante non solo per la serenità dei genitori, ma anche per una sana crescita del piccolo. Vediamo quindi in questa guida i migliori consigli per aiutare il proprio bambino in questo importante passo verso l’indipendenza.
Perché mio figlio si rifiuta di andare a dormire da solo
Molti possono essere i motivi per i quali il bimbo piccolo vive il momento dell’addormentamento come una vera e propria crisi. Fondamentalmente si tratta di tre tipologie di situazioni, che affronteremo nel dettaglio in questa guida. La prima situazione è quella, spesso trascurata, del comfort. Ci sono infatti delle oggettive scomodità che, soprattutto se molto piccolo, il bambino non riesce a verbalizzare. Ecco allora che potrebbe rifiutarsi di andare a dormire da solo perché non vuole in qualche modo “subirle”. La prima cosa che si può fare in questi casi è controllare il pigiama bambino, che se non è realizzato in tessuto morbidi, caldi in inverno e freschi d’estate, anallergici e atossici, può dare reali problemi di addormentamento. È sempre bene privilegiare indumenti di cotone e lana a seconda della stagione e cambiarli spesso se il bimbo suda molto.
A proposito di sudore, è bene non coprire eccessivamente il bambino di notte e fare in modo che la stanza in cui riposa sia areata ma senza spifferi, priva di colori stimolanti e di profumi che potrebbero irritarlo.
Mio figlio non vuole andare a dormire da solo: cause psicologiche
Una volta verificato che, a partire dal pigiama bambino, il luogo di riposo sia confortevole al massimo, è bene prendere in considerazione eventuali motivazioni psicologiche alla base di questo rifiuto. I bambini possono soffrire a volte del disturbo del “pavor nocturnus”, il fenomeno per il quale si svegliano di notte in preda a una profonda paura. Se così fosse, sarebbe anche comprensibile il suo timore. In questi casi è bene monitorare il suo sonno con un baby monitor, e nel caso di risvegli improvvisi intervenire per calmarlo e tranquillizzarlo.
Se invece ci si rende conto che il bimbo indulge in capricci perché vuole attenzioni, si può procedere con fermezza ma sempre senza farlo sentire indesiderato e tanto meno punirlo per questo. È importante dare delle regole al bimbo, perché dietro il suo rifiuto di andare a dormire da solo potrebbe nascondersi il meccanismo psicologico del “no”. Si tratta della sfida che i bambini fanno ai propri genitori per vedere fin dove si possono spingere. Non va sottovalutato questo meccanismo perché serve al bambino per acquisire una serie di regole interne. Se si è deciso che deve andare a dormire da solo, il piccolo sfiderà letteralmente i genitori per strutturare il proprio carattere. Fondamentale quindi sarà, se non vi sono altri problemi sottostanti, non cedere a questi capricci.
Consigli pratici per bambini che non vogliono andare a dormire da soli
Infine, qualora si siano controllate le condizioni di comfort della stanza in cui il bimbo riposa e qualora si siano già affrontati anche eventuali problemi psicologici, si può passare alla parte più pratica, che consiste nella strutturazione di una serie di buone norme e regole, cioè nel creare un sistema di abitudini seriali.
Non vanno sottovalutate le abitudini, perché aiutano il bambino in due modi importanti. Da un lato lo aiutano nel passaggio dalla veglia al sonno perché lo rilassano letteralmente, mentre dall’altro lo aiutano a capire che sta per arrivare il momento di andare a dormire, creando un vero e proprio condizionamento.
Importante sarà quindi non lasciarlo davanti alla televisione fino a tardi o fargli assumere cibi o bevande zuccherini dopo cena, perché la stimolazione visiva indotta dalla televisione e lo zucchero presente negli alimenti e nelle bibite lo ecciteranno, rendendo più difficile poi farlo addormentare per motivi fisiologici.
Lavarsi i denti e le mani può essere poi un altro passo importante di questa routine, e anche in questo caso questi semplici gesti possono nascondere invece degli aiuti importanti. Non si bada solo all’igiene infatti, cosa tra l’altro importante, ma si condividerà con il piccolo un momento intimo che lo farà sentire in sintonia con i genitori, e il momento di andare a dormire non sarà più visto come qualcosa di spiacevole.
Infine, per conciliare il sonno del piccolo, gli si possono raccontare delle storie che non siano spaventose, con la luce soffusa e dopo che si è infilato sotto le coperte. A ben vedere quindi, l’importante è accompagnarlo in questo momento importante senza traumi o imposizioni, facendolo sentire sempre amato.