In questi giorni ho letto il libro
Happy—Happy di Lars-Johan
Lui ci insegna come trattare con le persone ha imparato a farlo perché aiuta le persone prese in ostaggio, collaborando con l’ FBI ma afferma che il metodo di 5 passi, può essere utilizzato nella vita di tutti i giorni.
Tutti quanti noi dobbiamo sempre contrattare con le persone per ottenere ciò che vogliamo.
La conseguenza dell’utilizzare questo metodo è che non possiamo vedere i problemi dell’altro come esclusivamente suoi, ma come qualcosa di cui dobbiamo farci carico.
Ecco i 5 passi:
1. Mantieni un atteggiamento positivo.
2. Rifletti.
3. Stabilisci una relazione.
4. Scegli bene le parole.
5. Tieni sempre pronto un piano B.
La nostra negoziazione deve comprendere quattro elementi essenziali per entrambe le parti in gioco:
soddisfazione, relazione, collaborazione e futuro.
Happy—Happy la trama:
«Molti credono che la competizione, e quindi la vittoria, siano alla base del successo. La verità è che il successo, il più delle volte, consiste nel riuscire a collaborare con gli altri e trovare un accordo che lasci tutti felici.
Anche quando gli altri vogliono qualcosa di totalmente diverso da noi.»
Secondo Lars-Johan Åge, esperto negoziatore svedese che collabora con l’unità ostaggi dell’FBI e con la polizia del Regno di Svezia, una trattativa può ritenersi vinta solo quando entrambe le parti coinvolte ne escono soddisfatte e, quindi, felici.
Il suo metodo, battezzato Happy Happy, si fonda sull’idea-chiave che l’esito di una negoziazione sia influenzato tanto dal risultato quanto dal modo in cui lo si raggiunge.
Quando si stringe un accordo è meglio avere una controparte felice e disposta a collaborare, piuttosto che destreggiarsi in un clima di ostilità e tensioni:
trovare un compromesso soddisfacente per tutti innesca un circolo virtuoso che consente di ottenere risultati spesso migliori di quelli attesi.
Grazie alla sua esperienza sul campo, Åge ha elaborato un modello strategico facile ed efficace che è davvero alla portata di ognuno di noi perché, come scrive nell’introduzione, «il bisogno di collaborare e andare d’accordo con gli altri è parte del nostro dna». Servono solo un po’ di pratica e soprattutto un buon allenatore.