Il libro di ricette di Alice: Storia di un crimine nazista.
Leggendo questo libro sembra così lontano la vita che facevano le donne fino a pochi anni fa.
Anche se nate ricche come nel caso di Alice, non avevano nessun controllo sul proprio patrimonio, su chi dovevano sposare.
Spesso i mariti dilapidavano tutti i loro beni, il sesso era tabù, gli uomini sposati lo facevano con le donne a pagamento, dalle quali prendevano diverse malattie che poi portavano a casa.
Non ci si poteva separare, l’unica speranza era di rimanere presto vedove, cosa che è successa alla nostra protagonista.
Il libro di ricette di Alice, la trama:
Vienna, anni Venti: Alice Urbach è la figlia di una facoltosa famiglia ebraica, con una irrefrenabile passione per la cucina che né suo padre né un matrimonio imposto riescono ad arginare.
Gli anni tra il primo e il secondo conflitto mondiale sono un momento di risveglio e liberazione per le donne austriache, che iniziano a frequentare i caffè fino ad allora riservati agli uomini e organizzano le proprie serate in società:
grazie al suo enorme talento comunicativo, Alice si inserisce alla perfezione in questo clima effervescente, diventando in breve la ristoratrice di Vienna per eccellenza.
I suoi corsi di cucina insegnano a preparare antipasti, piatti di carne e pasticceria, offrendo ricette veloci e moderne che strizzano l’occhio alle donne lavoratrici.
Il suo libro di ricette So kocht man in Wien! (“Così si cucina a Vienna!”), pubblicato alla fine del 1935, diventa in breve tempo la bibbia della cucina viennese: un compendio culinario di una capitale austriaca cosmopolita, con un tocco femminista e un’attenzione particolare alle esigenze della moderna economia domestica.
Da quel momento in poi, però, le cose peggiorano rapidamente anche per la sua famiglia: a causa delle persecuzioni naziste, Alice è costretta a fuggire prima in Inghilterra e poi negli Stati Uniti.
È solo molti anni dopo che, in una libreria viennese, ritrova il suo libro di ricette. Con enorme sorpresa, però, il nome in copertina non è più il suo, bensì quello di Rudolf Rösch: autore a lei sconosciuto, probabilmente mai esistito, ma che rispetta alla perfezione i canoni ariani.
Grazie alla brillante e documentata ricostruzione di sua nipote Karina Urbach, stimata storica tedesca, questo libro narra la vicenda inedita di una donna straordinaria, testimone di un’epoca di splendore e grandezza, e vittima di un capitolo poco noto nella storia dei crimini nazisti, quello dell’arianizzazione di opere di autori ebrei. Un racconto di resistenza e riscatto, una preziosa lezione su come sopravvivere alla violenza con dignità e orgoglio.