Il pessimo capo. Manuale di resistenza per un lavoro non abbastanza smart.
L’ultimo libro che ha scritto Domitilla Ferrari.
Ho incontrato persone, tante persone, e imparato che in ogni lavoro – sì, l’ho già detto, ma insisto – si impara qualcosa di utile. Anche dai lavori che non ti fanno trovare la tua strada, ma che te la fanno cambiare. E anche dai capi peggiori ho sempre imparato qualcosa di utile. E non solo dai capi.
Quando gli altri ti danno fiducia rischiano la propria reputazione. Per questo il nostro successo dipende da chi ci dà fiducia.
Un buon capo si vede da come delega e distribuisce i compiti con fiducia, sì, nelle nostre capacità.
Io penso che il nostro successo però dipenda anche dal modo in cui gli altri reagiscono a ciò che avviene intorno e da come reagiamo noi.
Ho imparato che il successo di un pessimo capo è anche un po’ colpa nostra, perché andarsene o lasciar correre senza protestare, segnalare, fare rete con gli altri, consente a quei comportamenti di proseguire indisturbati. Anche non fare una scelta è una scelta.
Il pessimo capo. Manuale di resistenza per un lavoro non abbastanza smart, la trama:
Pare che in Giappone abbiano chiesto a Zoom di prevedere una disposizione gerarchica dei partecipanti ai meeting digitali, in modo da riservare ai dirigenti un posto di rilievo nella griglia dei volti. È un’ottima metafora del modo in cui il mondo del lavoro – e la leadership – non siano riusciti a adeguarsi al cambiamento in corso. Ma il lavoro non sta cambiando ora : è sempre in evoluzione, come tutto.
Grazie alla tecnologia, all’innovazione, alla consapevolezza mutata della società. Lo smart working è un lascito durevole della crisi e modificherà in profondità il nostro modo di lavorare, fare riunioni, gestire routine, fissare obiettivi, ma non è la causa unica del cambiamento. Lo siamo noi, perché il lavoro è prima di tutto un luogo di relazioni e interazioni, e la chiave per rendere un lavoro migliore, più efficace e gratificante di un altro, sta nella leadership.
Un cattivo capo può intossicare un ambiente di lavoro, danneggiare i risultati e deteriorare la salute mentale delle persone. Era vero prima ed è ancora più vero oggi che lo smart working ha reso immateriali – e complesse – le nostre dinamiche quotidiane. Quanti (molti) più danni può fare allora un pessimo capo, oggi? Domitilla Ferrari è un’esperta di marketing e di digitale – e di pessimi capi (statisticamente inevitabile, visto che ne aveva avuti già più di 20 prima dei 30 anni). In queste pagine tratteggia un utile manuale di resistenza al pessimo capo ma offre soprattutto preziosi spunti per affrontare, senza lasciarsi sopraffare, le grandi trasformazioni che il mondo (e con lui il lavoro) sta affrontando.