Mi vivi dentro – Alessandro Milan

Ho pianto talmente tanto quando letto la lettera che Alessandro Milan ha lasciato a sua moglie Francesca del Rosso (Conosciuto da tutti come Wondy) dopo la sua morte, che quando saputo che era uscito il libro: “mi vivi dentro”, ho subito scelto di leggerlo, essendo certa che mi sarebbe piaciuto.

Rispetto al libro di Francesca che trattava sempre l’argomento del tumore, alessandro è più analitico, più realistico a volte anche più crudo. Wondy aveva raccontato le sue chemio-avventure con leggerezza anche se ovviamente non c’era stato nulla di “leggero” in sei anni di malattia.

Alessandro fa continui flashback tra la vita prima della malattia, durante e il dopo. Da leggere.

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Mi vivi dentro La trama:

Sei mesi fa non ci avrei scommesso un centesimo. Invece ce l’abbiamo fatta. Siamo qui, siamo vivi, siamo una famiglia.

Tutto comincia alle sei di mattina, in radio, dove due giornalisti assonnati si danno il turno. Lui sta cercando di svegliarsi con un caffè, lei sta correndo a casa dopo aver lavorato tutta la notte.

E succede che nella fretta i due scambiano per errore i loro cellulari. Si rivedono qualche ora più tardi e da un dialogo quasi surreale nasce un invito al cinema, poi a una mostra, un aperitivo, una gita in montagna.

Francesca è bassina, impertinente, ha i capelli biondi arruffati e due occhioni blu che illuminano il mondo. È una forza della natura, sempre in movimento, sempre allegra: per questo la chiamano Wondy, da Wonder Woman.

Alessandro è scherzoso e un po’ goffo, si lascia travolgere da Francesca e dall’amore che presto li lega. Con lei, giorno dopo giorno impara a vivere pienamente ogni emozione, a non arretrare di fronte alle difficoltà.

E così, insieme, con una forza di volontà che somiglia a un superpotere, si troveranno a combattere la più terribile delle battaglie, quella che non si può vincere. Ma anche dopo la morte sono tante le cose che restano: due figli, un gatto, un bonsai, tanti amici e, soprattutto, una straordinaria capacità di assorbire gli urti senza rompersi mai.

Anzi, guardando sempre avanti, col sorriso sulle labbra. Non è una favola, quella di Alessandro e di Wondy. È però una storia piena di speranza, di amore, di attaccamento alla vita; un inno alla resilienza, quella da esercitare quotidianamente. Perché le storie più belle non hanno il lieto fine: semplicemente non finiscono. #MiViviDentro

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