Le cellule staminali del sangue del cordone ombelicale fanno parte della categoria delle cellule staminali adulte, presenti in quasi tutti i nostri organi e tessuti. Il compito delle cellule staminali adulte è quello di rinnovare le cellule che naturalmente invecchiano e perdono funzionalità o di sostituire le cellule morte a causa di traumi o malattie.
Le cellule staminali del sangue del cordone ombelicale sono cellule staminali ematopoietiche, cioè cellule deputate all’emopoiesi, processo attraverso il quale si ha la formazione di cellule che compongono tutte le cellule del sangue come globuli rossi, globuli bianchi e piastrine. Proprio questa loro caratteristica ne ha permesso l’utilizzo terapeutico per la cura di gravi patologie del sangue, come la leucemia e i linfomi, ma anche talassemia, aplasia midollare e immunodeficienze congenite ed altre sia in bambini sia in adulti.
Oggi, grazie al notevole progresso che in questi anni la comunità scientifica ha ottenuto nella ricerca, il numero di patologie curabili attraverso il trapianto delle cellule staminali ematopoietiche è aumentato notevolmente, ed è per questo che la conservazione delle cellule staminali del sangue del cordone ombelicale è così importante. I futuri genitori che, dopo il parto, scelgano di prelevare un campione di sangue cordonale, si trovano davanti due strade: conservare il campione in una biobanca privata all’estero o donarlo al Sistema Sanitario Nazionale.
Nel primo caso il campione resterà di proprietà della famiglia e potrà essere utilizzato, in caso di necessità, sia per il bimbo da cui è stato prelevato sia per i suoi familiari nel caso in cui ci sia un buon livello di compatibilità. Nel secondo caso il campione verrà donato al Sistema Sanitario Nazionale e, se ritenuto idoneo per la conservazione, entrerà a far parte di un registro internazionale divenendo così a disposizione della comunità.
Più di ottanta patologie vengono curate, oggi, con le cellule staminali ematopoietiche, ed inoltre numerosi studi clinici vedono protagoniste queste cellule per il trattamento di altre patologie, tra cui: l’ictus ischemico perinatale, le lesioni traumatiche cerebrali, la paralisi cerebrale, l’encefalopatia ipossico ischemica, la sindrome del cuore ipoplastico sinistro, le malattie degenerative della retina, della cornea, dell’apparato uditivo. Inoltre, proprio nei giorni scorsi, il trapianto di cellule staminali ematopoietiche derivate da midollo osseo o da cordone ombelicale ha dato in suoi frutti anche nell’ambito di uno studio clinico condotto sul diabete.
Lo studio, condotto dal gruppo del Prof David Gómez-Almague dell’Istituto di Ematologia dell’Ospedale Universitario “Dr. José Eleuterio González,” di Monterrey México, è stato mirato a modificare la natura autoimmune del diabete mellito con terapie immunosoppressive tra cui anche il trapianto di cellule staminali ematopoietiche. L’obiettivo principale di tale studio era di far sì che questi pazienti, che come terapia dovevano assumere insulina, divenissero indipendenti dal farmaco.
I risultati di questo studio sono stati molto promettenti: l’81% dei pazienti, a seguito del trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche, aumentava la produzione e il rilascio d’insulina e per questa ragione, cessava (nel 44% dei casi) o diminuiva (nel 37%) l’assunzione d’insulina. E non solo. Il dato più importante è stato che questa indipendenza da insulina era mantenuta nel tempo.
Possiamo quindi affermare che il trapianto autologo di cellule staminali ematopoietiche in pazienti diabetici di tipo I con diagnosi precoce è sicuro, fattibile e potenzialmente terapeutico, e che rappresenta una concreta speranze verso la cura di questa malattia. Per ulteriori informazioni consulta il sito www.futurastemcells.com