di Amy Chua, Sperling & Kupfer
Tutti i genitori vogliono il meglio per i propri figli. Il problema è come ottenerlo. Se un tempo il metodo era uno, ovvero l’uso della disciplina, oggi, in un’epoca di pedagogia figliocentrica e permissiva, anche il genitore meglio intenzionato finisce per cedere al compromesso. Non è così per Amy Chua: cresciuta secondo i rigidi principi educativi cinesi (“la disciplina più disciplina del mondo”), ha un’idea molto chiara su come allevare le sue bambine, Sophia e Lulu. La “mamma tigre” crede che il modo migliore per proteggere i figli non sia rassicurarli continuamente, assecondarne le predisposizioni, evitare loro le difficoltà per non intaccarne l’autostima, bensì promuovere i valori dell’abnegazione, della necessità di puntare sempre all’obiettivo più alto, per arrivare a una sicurezza personale di cui poi nessuno riuscirà più a privarli. Ecco perché sono banditi TV, computer e uscite con gli amici. Le priorità sono, sempre e comunque, i compiti e lo studio assiduo della musica. I risultati non tardano ad arrivare ma al prezzo di sacrifici che ai nostri occhi di genitori occidentali e permissivi destano non poca sorpresa e scandalo. Tuttavia, quando Sophia e Lulu entreranno nella difficile età dell’adolescenza, persino la “mamma tigre” dovrà rivedere le sue convinzioni… Caso editoriale negli Stati Uniti, dove ha scatenato un dibattito pubblico che dall’America si è esteso a tutto il mondo, questo libro racconta una grande storia di disciplina, talento, severità e amore.
Ho letto un sacco di commenti negativi riguardo a questo libro, leggendo la recensione che ho riportato sopra pensavo non fosse per niente un libro adatto a ma che sono molto una persona: “vivi e lascia vivere”.
Poi ho iniziato a leggere recensioni positive da blogger che stimo e mi sono incuriosita al punto di acquistare il libro.
Premetto che l’autrice deve essere mezza pazza, oppure è veramente come dice lei il “modello di educazione cinese”. Mio padre che con me ha usato un” modello spartano” a suo dire, non ha raggiunto minimamente le vette di follia toccate da Ami Chua che perfino in vacanza non permetteva alle sue bambine di fare meno di 3-4 ore di allenamento al giorno! Ci credo che poi quando sono cresciute hanno iniziato a ribellarsi e a non ascoltarla. Anche perchè il modello probabilmente funziona in Cina se tutti si comportano così, ma loro vivevano in America dove il metodo educativo è diametralmente opposto è normale che le ragazze vedendo la differenza di trattamento con i loro coetanei si sono ribellate. Sicuramente impegnarsi porta dei frutti e il metodo in questo eccelle ma non a discapito della felicità, credo che tutti hanno diritto ad essere felici soprattutto i bambini e se non saranno dei geni pazienza!