Mio cognato Guglielmo Formichella grande appassionato di sport mi ha dato un po di indicazioni riguardante lo sport, in questo articolo si parla particolarmente di adolescenti, sappiamo quanto è importante per loro il movimento sia dal punto di vista fisico che da quello emotivo.
Intorno ai 12-13 anni per i maschi ed i 10-12 anni per le femmine inizia l’adolescenza che proseguirà fino a circa i 20 anni per i maschi e ai 18 per le femmine.
Questa fase dello sviluppo è caratterizzata da importanti cambiamenti, infatti:
– lo scheletro cresce notevolmente in altezza con un forte incremento in lunghezza degli arti rispetto al busto (proceritas II); come conseguenza si può avere una disarmonia morfocinetica ossia il nostro ragazzino controllerà con difficoltà i suoi movimenti in quanto dovrà riabituarsi alle nuove dimensioni del proprio corpo, il vantaggio sta nel fatto che in questo periodo il ragazzo è particolarmente predisposto ad apprendere tecniche e stili coordinativi specifici di ogni attività sportiva pratichi
– l’ossificazione non si è ancora completata, e alla notevole crescita delle ossa lunghe si contrappongono delle strutture articolari ancora in via di sviluppo che possono presentare difetti di ossificazione con infiammazioni anche croniche (spesso nella zona dell’articolazione del ginocchio)
– l’apparato muscolare, pur migliorando nel trofismo generale, non è in sintonia col notevole sviluppo scheletrico
– in questa fase gli atteggiamenti viziati ed i paramorfismi possono presentarsi con frequenza.
– a causa di questa nuova condizione data dalle nuove misure, l’impegno fisico vede l’apparato cardiocircolatorio e respiratorio non adeguati alla risposta che gli si chiede, per cui i ragazzi sono restii ad attività di resistenza.
Dal punto di vista psicologico sono frequenti le variazioni di umore, la scarsa disponibilità, l’insofferenza a giudizi sul proprio operato e nei confronti delle regole familiari e sociali mentre il giudizio del gruppo di appartenenza può influenzare notevolmente la propria autostima e, di conseguenza, la maggiore o minore fiducia in se stessi.
Invece dal punto di vista motorio questa età è definita “difficile” in quanto non si è più bambini ma non si è neanche adulti. L’immagine corporea subisce delle continue variazioni con influenze alterne sulla forza muscolare e sulle capacità coordinative che non riescono a trovare punti solidi di riferimento.
L’attività motoria e sportiva può assumere un ruolo determinante sia come canale di sfogo della naturale esuberanza, sia come formazione ed educazione generale.
Tutte le capacità motorie possono essere sviluppate senza pericolo purché si seguano sempre i criteri di progressività, gradualità e simmetria di lavoro muscolare.
Il miglioramento del trofismo muscolare può essere molto utile per prevenire gli atteggiamenti viziati ed i paramorfismi.
Nello specifico i contenuti dell’attività motoria nell’età compresa tra i 12 ed i 14 anni dovranno prevedere un 50% di esercitazioni per la formazione fisica generale ed un 50% all’apprendimento delle tecniche sportive specifiche, nel dettaglio:
– Addestramento tecnico soprattutto in forma globale
– Elementi di ginnastica formativa (preparazione a carico naturale)
– Giochi sportivi con regole effettive
– Forme più complesse di acrobatica ed esercizi più complessi per lo sviluppo
dell’equilibrio
– Esercizi di flessibilità
– Esercizi formativi individuali con una scelta più ristretta rispetto a quelli previsti per la fase di crescita precedente.
In questa età comincia a delinearsi la tendenza verso un tipo di sport e
a delimitarsi il numero delle specialità in cui competere. La competizione è ancora uno dei
mezzi di allenamento e di formazione, soprattutto psicologica ed il ruolo dell’allenatore è fondamentale nel rendere il ragazzino in grado di capire il reale valore della vittoria e della sconfitta e l’importanza del rispetto dell’avversario e delle regole dello sport.
Guglielmo Formichella