Per questo venerdì del libro vi vorrei parlare di questo libro di Elisabeth Badinter: Mamme cattivissime? La madre perfetta non esiste.
Questa scrittrice francese afferma che: «L’impero del bambino è il vero responsabile della disparità fra i sessi. La “retorica sulla maternità” è molto più dannosa della mancanza di quote rosa».
Il vero freno all’emancipazione femminile, dopo l’ondata rivoluzionaria degli anni Settanta, non sono gli uomini ma «la maternità concepita come forma di ascetismo e di dedizione assoluta» dalla nostra società contemporanea. Ho cercato su Wikipedia: la Badinter ha 3 figli e vari nipoti, mentre leggevo il libro mi ero convinta che fosse una femminista inacidita e sola.
Due donne, stando alla Badinter, ci salveranno: le child-free e le madri francesi.
Perché in Francia c’è il tasso di natalità più alto d’Europa (2.0 figli per coppia, contro l’1.2 dell’Italia, e superiore a quello della Germania, 1.3, che pure ha un sistema che favorisce moltissimo la maternità?)
Perché in Francia c’è anche il maggior numero di figli per coppia? E perché, sempre in Francia, la donna lavora mediamente di più che nel resto d’Europa?
La risposta a queste tre domande, secondo la Badinter, è una sola: perché le francesi sono madri mediocri. Perché hanno un’esperienza secolare nell’arte della delega (già le borghesi del Settecento non allattavano i figli, pratica ritenuta addirittura disdicevole dalle nobildonne perché impediva la vita sociale).
«Più si alleggerisce il peso delle responsabilità materne, più vengono rispettate le scelte della madre e della donna, e più questa è incline a tentare l’esperienza, o a replicarla. Sostenere la maternità a tempo parziale, che alcuni considerano insufficiente e per questo colpevole è oggi la strada preferenziale per la riproduzione»
La Badinter sottolinea però che la realtà storica, culturale e sociale degli ultimi due decenni è tale che di fatto la possibilità per la donna di conciliare la sua realizzazione personale con la scelta di essere madre è sempre più complicata. Percepisce un ritorno forzato ad una nozione “tradizionale” della maternità, che privilegia il naturalismo e secondo la quale il ruolo di madre dovrebbe tornare ad essere riconosciuto come pilastro dell’identità femminile. Insieme alle pratiche dell’allattamento al seno, coosleeping, rooming-in tutte pratiche che rendono la mamma “schiava del figlio almeno per un anno se tutto và bene, in genere per molto di più!
Mentre queste idee sarebbero quasi imposte dal modello culturale imperante nella società occidentale odierna (soprattutto in quella italiana e tedesca), non tutte le donne ci si ritroverebbero più, e chi non vuole o non riesce ad adeguarsi alle pretese di questo modello culturale si troverebbe inevitabilmente in difficoltà.
La donna per cui il desiderio di diventare madre costituisca semplicemente uno dei molteplici obiettivi personali (unitamente al successo professionale e alla conservazione di una vita personale non strettamente legata al bambino) non avrà necessariamente l’appoggio della collettività.
Il risultato sarebbe un numero massiccio di donne afflitto dai sensi di colpa (chi di noi non ce l’ha) perché viene trasmesso loro che l’appagamento personale tratto oltre i confini della maternità (dal lavoro o dalla vita di coppia, per esempio) non giustifica il tempo che tali altri scopi sottraggono al più importante incarico di essere madre. Queste donne sono frustrate perché hanno la sensazione di valere, agli occhi della società, solo in quanto mamme. Mentre le donne che lavoro spesso fanno sentire da meno le casalinghe in quanto SOLO mamme.
Non assecondare la tendenza che spinge la donna verso un certo prototipo di identità femminile è assolutamente comprensibile e su questo è facile essere d’accordo con l’autrice.
Per il resto il libro non mi é piaciuto, sarà che io sono l’antitesi della mamma di cui parla la Badiner, anche se é vero che la società e spesso noi stesse e i nostri familiari, ci releghiamo in un ruolo troppo stretto, si può essere una buona mamma (non mediocre) anche essendo altro, moglie, lavoratrice, donna ….